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Per la TCCEO la salute mentale è il risultato di una predisposizione naturale e di un apprendimento familiare e sociale indiretto e sufficientemente adeguato alla distribuzione ed utilizzazione equilibrata dell’attenzione mentale SU TRE LIVELLI AMBIENTALI:
1) l’ambiente interno [definito "P" e costituito dai propri processi di Pensiero, d’immaginazione e da tutti i prodotti mentali (valutazioni, giudizi, ecc.) che costituiscono il dialogo interno (cioè quello che diciamo mentalmente a noi stessi)];
2) l’ambiente intermedio (definito "C" e corrispondente all’aspetto esterno e visibile del proprio Corpo, alle sue funzioni fisiologiche, alle sensazioni interne percepibili e ai vissuti emotivi);
3) l’ambiente esterno [definito "A" e relativo alle proprie Azioni (cioè a tutti i comportamenti verbali e non verbali determinati dalla percezione e dall’interazione con la realtà esterna) e alle relazioni con tutti gli esseri viventi (umani, infraumani e sovraumani) e non viventi].
Nella vita pratica, il mantenimento di un adeguato equilibrio olistico del processo attentivo nei riguardi dei livelli ambientali P, C e A è strettamente correlato alla capacità di percepire, vivere e accettare pienamente il presente. Questa capacità si concretizza nell’essere attenti e saper rispondere (a se stessi o alla richiesta di altri), in tempo reale (nel "qui e ora" e in modo rapido e puntuale), nella maggior parte dei contesti, con onestà intellettuale (senza remore, pregiudizi, censure o limitazioni) e con un grado accettabile di sensibilità, consapevolezza e senso di realtà, a queste tre domande:
Cosa penso, immagino e/o sto dicendo a me stesso (P) in questo preciso momento?
Quali sensazioni fisiche percepisco nel mio corpo (C) e quale emozione provo in questo preciso momento?
Quale azione (A) sto compiendo e con chi o con che cosa sto interagendo in questo preciso momento?
Queste domande meritano una risposta precisa e a nessuna delle tre dovrà essere attribuita una rilevanza maggiore rispetto alle altre, se non per un tempo limitato e in presenza di situazioni contingenti che lo richiedono.
Uno squilibrio del processo attentivo, per eccesso o per difetto, riguardo anche ad uno solo dei TRE livelli ambientali (P C A), costituisce il presupposto per l’insorgenza di un malessere che, se protratto nel tempo, potrà trasformarsi in un disagio o in un disturbo mentale.
Uno squilibrio protratto nel tempo (cronico) del processo attentivo, per eccesso o per difetto, riguardo anche a due soli dei TRE livelli ambientali (P C A), indica, generalmente, la presenza di un disagio o di un disturbo mentale.