Lo psicoterapeuta cognitivo-comportamentale persegue gli obiettivi rispettivamente dello psicoterapeuta comportamentale e di quello cognitivo. Egli si sforza di trovare, nelle varie situazioni problematiche, le modalità d’interazione più equilibrate tra i principi, le strategie e le tecniche comportamentali e quelle cognitive. L’oculata scelta degli "homeworks", cioè dei compiti che la persona in trattamento può eseguire a casa (o in altri ambienti) come parte integrante della terapia svolta nello studio insieme al terapeuta, rientra anch’essa in questa logica d’intervento. Lo psicoterapeuta cognitivo-comportamentale odierno è anche consapevole che l’approccio cognitivo standard (o razionalista), l’approccio costruttivista (o post-razionalista) e quello di terza generazione (basato sulla Mindfulness) hanno tutti un valore terapeutico imprescindibile, anche se i principi teorici e le modalità d’intervento possono differire. Partendo da questa consapevolezza, egli può utilizzare sapientemente, facendo molta attenzione a non creare confusione concettuale e operativa, il meglio di tutti gli approcci da lui personalmente studiati e sperimentati, magari distribuendo nel tempo e secondo le necessità le diverse modalità d’intervento dell’uno o dell’altro approccio.